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Ustioni Solari
Ustioni Solari

Prosegue l’appuntamento mensile del Gruppo dei Volontari del Soccorso di Dogliani sulle pagine dell’Unione Monregalese. Nel nostro ultimo articolo abbiamo affrontato la tematica del colpo di calore, ma ci sono altri rischi e buone pratiche da mettere in atto in particolare in questo momento dell’anno, nel quale spesso siamo esposti al sole.

L’esposizione ai raggi solari è un elemento quotidiano ed inevitabile nella nostra vita e, benché il sole possa portare benefici – come l’incremento della vitamina D che viene prodotta nella pelle esposta alla luce solare – bisogna prestare molta attenzione alla protezione della pelle. Un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti, infatti, può comportare a breve termine le ustioni solari e, a lungo termine, favorire la formazione di rughe ed invecchiamento precoce e di malattie della pelle, che in alcune occasioni possono generare lesioni tumorali cutanee come il melanoma.


Approfittare di tutti i benefici che il sole offre alla nostra salute – limitandone i rischi – fortunatamente è possibile!

Come? Scegliendo quanto e come esporci al sole e proteggendoci adeguatamente, non solo d’estate e in spiaggia: i rischi sono gli stessi in montagna – dove l’altitudine e l’atmosfera più rarefatta dell’alta quota possono giocare brutti scherzi così come il riverbero della neve in inverno. Allo stesso modo, non bisogna mai sottovalutare l’esposizione ai raggi solari in una giornata nuvolosa, ventosa o fredda, durante la quale non si percepisce immediatamente la sensazione di calore sulla pelle e non si sente l’esigenza di proteggerla.

Non esiste una regola valida per tutti, poiché la pelle può avere mille sfumature di colore, da cui dipende il grado di protezione naturale dai raggi del sole.

Le indicazioni più recenti delle principali società scientifiche consigliano come ottimale una crema di fattore (SPF) 30 o superiore – soprattutto quando ci si espone al sole per un periodo prolungato, ad esempio in spiaggia, e SPF 50 per i bambini o le pelli particolarmente chiare – con protezione ad ampio spettro, assicurandosiche l’etichetta riporti, accanto alla protezione UV-B, anchel’apposito logo anti UV-A. Per tutti è consigliato continuare ad applicare la crema anche quando la pelle è già abbronzata, quindi meno esposta al rischio di ustioni solari da parte dei raggi UV-B. Restano, infatti, sempre presenti l’effetto di secchezza, l’invecchiamento della pelle e il potenziale rischio di tumori innescato dalle radiazioni UV-A.

Un altro elemento da considerare sempre leggendo l’etichetta è la scadenza, che in genere è riportata con due varianti: la prima si riferisce al prodotto non aperto ed è espressa con una data, la seconda si riferisce alla durata del prodotto dopo il primo uso ed è raffigurata con l’icona di un vasetto aperto contrassegnato da un numero e dalla lettera “M” che indica i mesi di validità dopo l’apertura.

Ma quando e come applicare la crema? Si consiglia di applicarla almeno mezz’ora prima di esporsi al sole e poi ogni due ore, cercando di coprire tutte le zone esposte. Anche in caso di prodotti “water resistant”, ovvero resistenti all’acqua, un certo grado di protezione in acqua è garantito, ma è inevitabile che si riduca, in particolare se ci si asciuga con un telo, quindi è sempre meglio riapplicare la crema dopo il bagno o dopo un’intensa attività sportiva che ci porta a sudare molto.

È necessario anche prestare molta attenzione se si stanno assumendo farmaci o utilizzando prodotti cosmetici fotosensibilizzanti. In tal caso bisogna evitare il più possibile l’esposizione solare e chiedere consiglio al medico curante.

Nonostante le attenzioni, può capitare di ustionarsi e – in tal caso – curare correttamente la pelle.

I livelli di ustione solare sono tre, dal meno grave al più pericoloso per la salute della pelle:

  • Ustione solare di I° grado: sono le scottature più frequenti ed interessano solo lo strato più superficiali della pelle. Si manifestano con pelle secca e arrossata, fastidio al tatto, brividi di freddo e febbre in alcuni casi, soprattutto se l’area “scottata” è molto estesa
  • Ustione solare di II° grado: interessa anche il derma e si manifesta con arrossamento e dolore molto intenso, formazione di bolle; anche in questo caso può verificarsi la sensazione di brividi accompagnati da febbre
    • Ustione solare di III° grado: è molto raro che si possa verificare un livello così grave di ustione solare, poiché coinvolge anche gli strati più profondi del tessuto cutaneo. I sintomi tipici sono febbre alta, dolori non solo a contatto con la pelle ma anche articolari, pelle molto arrossata che si ricopre di bolle e vesciche che, aprendosi, favoriscono lo sviluppo di infezioni. In questi casi estremi è necessario rivolgersi subito al Pronto Soccorso.

Nella valutazione delle ustioni, tuttavia, non si misura solo il grado, ma anche l’estensione; un’ustione di I°, per esempio, estesa al 75% del corpo – come potrebbe avvenire in spiaggia – risulta critica.

Le complicanze più frequenti di un’ustione solare possono essere infezioni delle zone interessate dall’ustione. È opportuno farsi visitare da un medico nei casi in cui compaiano: vesciche estese nell’area ustionata o su aree delicate come faccia, mani o genitali, gonfiore elevato nell’area, segni di infezione, come bolle di pus, dolore, mal di testa, confusione, nausea, febbre o brividi, dolore agli occhi o disturbi della vista.

In quali situazioni è necessario recarsi al Pronto Soccorso o chiamare i Soccorsi?
Se si manifesta febbre alta – che può raggiungere e superare i 39° C – e se compaiono sintomi sintomi quali vomito, confusione, infezioni, disidratazione e svenimenti è importante recarsi immediatamente al Pronto Soccorso. 

Come curare, invece, le ustioni meno gravi?

La sensazione di bruciore e il prurito possono essere trattati, a casa, con rimedi di diverso genere, dagli   impacchi con acqua fredda o applicazioni di ghiaccio, impacchi con unguenti e creme idratanti, anche a base di piante officinali, magari lasciandoli in frigorifero mezz’ora prima di spalmarli, in modo che abbiano anche un effetto rinfrescante, antidolorifici per alleviare i sintomi, pomate antimicrobiche sulle aree interessate da vescicole – che non vanno mai “scoppiate”! – applicazione di panni freschi e bagnati, una dieta ricca di liquidi. Sono da evitare gli indumenti troppo stretti o aderenti e l’esposizione al sole nei giorni successivi, l’utilizzo di spugne o prodotti per effettuare peeling o scrub. Ricordate, inoltre, che quando le bolle o vescicole “scoppiano” naturalmente, la pelle si squama permettendo al nuovo strato di emergere, che è delicato e va protetto con con una protezione solare alta o molto alta. Su consiglio del medico, si può utilizzare una pomata antibiotica per effettuare la medicazione: sulla pelle si deve appoggiare solo garza sterile cui sopra va applicata una fasciatura non troppo rigida, così che non stringa troppo la parte malata.

Concludiamo con qualche consiglio di Monica Occelli, dell’Erboristeria “La Contrada” di Dogliani:

Vogliamo tutti una pelle bella, giovane, luminosa e senza macchie, ma se ci esponiamo senza protezione è più facile andare incontro a capillari evidenti, eritemi, invecchiamento e aumento di nei. La protezione solare, infatti, va messa ogni giorno! Per quanto riguarda le vacanze, consiglio sempre di iniziare almeno un mese prima e poi durante, con una buona integrazione – sotto consiglio di un esperto – di beta carotene, vitamina C, picnogenolo e altre sostanze che proteggono dagli eritemi e ci fanno abbronzare in modo sano.

In merito alle creme, consiglio la protezione 50+: non è vero che non fa cambiare colore! Labbronzatura va curata e costruita nel tempo. Per evitare insolazioni e cali di pressione, è bene non esporsi nelle ore troppo calde o almeno rimanere sotto lombrellone, idratandosi con tisane o frutta.

A fine giornata, utilizzare un bagno doccia specifico e delicato, oltre a un doposole lenitivo a base di piante come aloe, calendula e camomilla.

Per quanto riguarda le scottature, è ottimo lolio di iperico, ma si possono anche utilizzare gel di aloe, unguento alla lavanda o olio di calendula.

Concludo consigliando una tisana remineralizzante a base di ortica, equiseto, moringa, rosa canina e karkadé, da sorseggiare durante la giornata.

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colpo di calore
Colpo di Calore

In queste ultime settimane il termometro da alcuni giorni ha stabilmente superato i 30 gradi. Approfittiamo di questo spazio per dare consigli e fare alcune raccomandazioni per prevenire gli effetti che le ondate di calore possono avere sulla salute delle persone più anziane, dei più fragili, ma anche di tutti i cittadini, ponendo la massima attenzione a tutti quei comportamenti che consentono di proteggersi dalle temperature elevate.

L’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani ha chiesto all’infermiera Barbara Airaldi di descrivere e di dare alcuni suggerimenti per prevenire, ma allo stesso tempo riconoscere e gestire un colpo di calore.

“Uno dei problemi legati al caldo estivo – spiega l’infermiera – è sicuramente il COLPO DI CALORE. Si differenzia dal colpo di sole in quanto non è necessaria la presenza del sole, ma è causato principalmente dal calore e dall’umidità elevati o dallo sforzo fisico intenso effettuato in ambienti caldi ed umidi, ed è legato ad un aumento anomalo ed improvviso della temperatura corporea dell’individuo oltre i 40 gradi. Le età più a rischio sono ovviamente gli anziani ed i bambini”.

Cosa succede all’interno del corpo umano?

Quando a causa della temperatura esterna e dell’umidità troppo elevate il corpo non riesce a disperdere il calore, si ha un innalzamento repentino ed improvviso della temperatura oltre i 40 gradi all’interno del corpo umano, che diventa incompatibile con il buon funzionamento dei processi enzimatici e biochimici necessari per la sopravvivenza. Diventa quindi fondamentale intervenire tempestivamente per abbassare la temperatura corporea al fine di evitare danni al cervello, al cuore, ai reni e ai muscoli. Nei casi più gravi si può arrivare ad uno stato di shock causato da una eccessiva riduzione della pressione sanguigna, ed in casi estremi anche alla morte.

Come riconoscere il colpo di calore?

Oltre alla temperatura corporea molto elevata, la persona può presentarsi confusa e disorientata o addirittura priva di coscienza. Può avere nausea, vomito e mal di testa. La pelle potrebbe essere molto arrossata, ma avere perso la capacità di sudorazione. Il battito cardiaco e la respirazione potrebbero essere accelerati. Può sentirsi molto debole, affaticata ed avere crampi muscolari.

Come prevenire il colpo di calore?

Più che mai nel caso del colpo di calore di importanza fondamentale è la prevenzione. Si attua con misure semplici ed alla portata di tutti:

  • NON vestirsi in modo eccessivo e con tessuti sintetici, ma con abbigliamento leggero e naturale come cotone, seta, lino che lasci la possibilità di disperdere il calore
  • Quando si soggiorna al sole, indossare abbigliamento di colore chiaro, che attrae meno i raggi solari
  • Bere molta acqua e mantenere il corpo idratato. Evitare l’abuso di sostanze alcoliche
  • ATTENZIONE se si soggiorna in luoghi particolarmente caldi e si fa uso di farmaci diuretici. Si rischia quindi di non riuscire a mantenere adeguatamente idratato il corpo
  • NON rimanere parcheggiati al sole e NON lasciare i bambini in auto con i finestrini chiusi ed incustoditi (la loro disidratazione è molto più rapida di quella degli adulti)
  • Evitare l’attività fisica nelle ore più calde della giornata
  • Dare tempo all’organismo di abituarsi a climi caldi a cui non è abituato. Nel caso di sforzo fisico prolungato o intenso, se il nostro organismo non è abituato, rischia, con la sudorazione, di perdere anche molti litri di liquidi.

Cosa possiamo fare in caso di colpo di calore?

  • La prima cosa da fare è cercare di spostare la persona all’ombra o comunque in un luogo fresco (ma non freddo) e togliere gli eventuali abiti in eccesso per cercare di abbassare la temperatura ed avvisare il 112
  • Si possono effettuare degli impacchi freddi sulla fronte, sul collo, sotto le ascelle e all’inguine
  • Si può vaporizzare dell’acqua, non troppo fredda, su tutto il corpo in modo da facilitare l’abbassamento della temperatura attraverso l’evaporazione dell’acqua
  • SOLO se la persona è lucida, cosciente ed orientata si può far bere acqua NON fredda
  • Se la persona fosse confusa o disorientata NON fare bere alcuna bevanda ma attendere l’arrivo del personale sanitario
  • NON somministrare in alcun caso bevande alcoliche
  • Se la persona fosse priva di coscienza, ma avesse il battito cardiaco e il respiro accelerati sarebbe bene distenderla sul dorso (tenendole il capo rivolto da un lato, in modo che se dovesse vomitare non le finirebbe nelle vie aeree) e sollevarle le gambe

IN OGNI CASO, DI PRIMARIA IMPORTANZA, AVVISARE IL 112 IN MODO CHE NEL PIU’ BREVE TEMPO POSSIBILE ARRIVERA’ UN SANITARIO CHE POTRA’ VALUTARE LA SITUAZIONE TEMPESTIVAMENTE ED AGIRE DI CONSEGUENZA.

Scopri di più sulla nostra associazione e sui nostri corsi:

Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani | 0173.742589 | 334.3922851

Facebook: Volontari Del Soccorso Dogliani | Instagram: @vdsdogliani
Dona il tuo 5xmille ai Volontari del Soccorso di Dogliani CF. 93019490049

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Scuola di Primo Soccorso

Con la fine dell’anno scolastico, si è concluso anche il progetto “A Scuola di Primo Soccorso”, che ha visto il Gruppo dei Volontari del Soccorso di Dogliani entrare nelle scuole e diffondere, ai ragazzi e ai loro insegnanti, i principi delle manovre salvavita.

Nel 2018, da sei associazioni, che oggi in totale sono quattordici – tra le quali l’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani – è nato un gruppo di lavoro. Queste realtà locali – senza distinzioni di provenienza o divisa – avevano il sogno di razionalizzare e rendere universale l’attività di sensibilizzazione sociale riguardo il primo soccorso.

Ma dove cominciare?

Dai più piccoli, che non solo saranno i soccorritori, ma anche i cittadini attivi di domani!
E come?
Andando a scuola… di Primo Soccorso!

Nel corso dell’anno scolastico, infatti, il Gruppo dei Volontari del Soccorso di Dogliani, ha proposto nelle classi della scuola secondaria di primo grado di vari istituti scolastici – Bossolasco, Boves, Cherasco, Cravanzana, Dogliani, Farigliano, Lequio Berria, Narzole, Murazzano e Roreto – lezioni della durata di due ore, una di teoria e una di pratica, svolgendo nel complesso 82 ore di formazione e coinvolgendo 783 alunni!

Le lezioni seguono un modello interattivo, partendo sempre dalle esperienze della vita quotidiana e affrontando la conoscenza della “Catena del Soccorso” con particolare attenzione ai primi due anelli. L’obbiettivo è stato il riconoscimento dell’emergenza e la chiamata precoce dei soccorsi, scoprendo insieme come eseguire una corretta ed efficace chiamata al NUE 112.

Si è approfondita la tematica del “buon uso” del Pronto Soccorso e dell’emergenza territoriale, passando poi a dimostrazioni pratiche della rianimazione cardio-polmonare.

Infine i ragazzi stessi sono stati poi invitati a mettere in pratica ciò che hanno imparato grazie all’utilizzo di un manichino.

Ma perché insegniamo proprio queste manovre?
L’arresto cardiocircolatorio colpisce improvvisamente e non ha rispetto per l’età. È successo su campi sportivi, a scuola, a casa, per strada.

Per questo – e non soltanto per le malattie cardiache ma anche, per esempio l’ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo – è importante saper riconoscere l’emergenza, chiamare prontamente e efficacemente i soccorsi ed effettuare le manovre salvavita. Imparare le Manovre di Disostruzione e di Rianimazione Cardiopolmonare è fattibile per chiunque, non solo da personale sanitario.

I giovani e i bambini sono per natura privi di pregiudizi e paure e hanno dimostrato, in diverse occasioni documentate, di aver salvato la vita dei propri amici o parenti dopo aver dedicato poche ore all’apprendimento delle Manovre Salvavita.

Se ai più giovani viene spiegato cosa fare nel posto giusto e al momento giusto e come mettere in pratica le manovre di primo soccorso, le loro risposte sono straordinarie: “ho vissuto negli ultimi mesi, con i Volontari del Soccorso di Dogliani, nell’ambito degli incontri tenuti nelle scuole del territorio, una bella esperienza di grande qualità umana e sociale. Cosi come molto bello e interessante è stato il rapporto con gli studenti: una scoperta e una conferma allo stesso tempo. I ragazzi, posti di fronte ad eventi concreti e specifici della quotidianità che riguardano ognuno di noi – difficoltà, malori, traumi – cui dare aiuto, hanno risposto con attenzione e partecipazione vivace. Accompagnati dai volontari con pazienza e passione si sono naturalmente aperti all’esperienza della solidarietà e all’assunzione di responsabilità verso l’altro, ciascuno in misura delle proprie capacità. La condivisione delle competenze tecniche di base utili e necessarie per aiutare chi è in difficoltà è stata una bella pagina di partecipazione civile di cui ringrazio i colleghi. Ai ragazzi, con il loro entusiasmo, l’augurio di entrare a far parte, nel prossimo futuro, della nostra Associazione” – commenta Anna, una delle nostre Volontarie che ha seguito il progetto nelle scuole.

Il progetto si è concluso con l’allestimento della Cittadella del Soccorso, che ogni anno è organizzata in un comune da un’Associazione diversa, nel 2023 era svolta a Dogliani, nel 2024 è stata a Peveragno. Nella giornata, ogni Associazione porta un tema specifico di sensibilizzazione al soccorso con attività ludico/pratiche e divulgative per tutti i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado del paese in cui si svolge la manifestazione. Nel pomeriggio, invece, vengono discussi temi specifici attraverso piccoli incontri con la popolazione ed i Volontari delle varie Associazioni a cura di esperti sanitari e laici.

Tutto ciò per radicare ancora di più nei ragazzi e nella popolazione la cultura del SAPER ESSERE, SAPER FARE, SAPER FAR FARE.

Il nostro augurio è che i ragazzi formati portino questo bagaglio di conoscenze a casa, sensibilizzando famigliari ed amici e spronandoli, per esempio, ad iscriversi ai corsi per imparare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico e, perché no, a diventare Volontari del Soccorso!

Cogliamo l’occasione per augurare a tutti gli studenti buone vacanze estive, e un sincero ringraziamento ai nostri Volontari e collaboratori che dedicano tanto tempo ed impegno per mantenere vivo e attivo – anche durante l’estate – il Servizio di Emergenza Territoriale… perché il Soccorso non va mai in vacanza!

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Traumi
Traumi

Nel nostro ultimo articolo abbiamo fornito alcune indicazioni su come comportarsi nelle situazioni di pericolo più comuni. In tutti questi scenari potrebbero esserci delle persone che hanno subito traumi, di lieve o grave entità. 

Il termine “trauma” indica un danno all’organismo dovuto ad un evento esterno, come per esempio uno scontro, un urto o una caduta.

In caso di traumi molto gravi – incidente stradale, schiacciamento, caduta da una grande altezza – si registra un picco di morti nei primissimi minuti dall’evento traumatico, a causa di lesioni incompatibili con la vita.
La percentuale di mortalità in questi casi è modificabile solo grazie alla PREVENZIONE e all’EDUCAZIONE alla SICUREZZA (educazione stradale, uso dei sistemi di sicurezza attiva e passiva, miglioramento della sicurezza sui luoghi di lavoro…), temi ai quali l’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani dedica molto tempo ed impegno, sia nella formazione dei volontari che portando tali contenuti nelle scuole locali.

La mortalità nelle restanti situazioni si riduce notevolmente se la persona traumatizzata riceve soccorsi immediati e corretti e una rapida ospedalizzazione. Si parla, infatti, di “golden hour” (ora d’oro) perché da studi è emerso che gli interventi corretti attuati nell’arco della prima ora dall’evento traumatico incidono in maniera significativa sulla riduzione della mortalità e degli esiti invalidanti

Volontari del Soccorso, medici e infermieri possono ridurre queste morti riconoscendo e trattando i danni primari, ad esempio un’emorragia, un’ostruzione delle vie aeree, lesioni alla colonna, ma anche e soprattutto evitando di provocare danni successivi con manovre eseguite scorrettamente o non eseguite affatto. 

Per mettere in moto la “catena della sopravvivenza” è necessario individuare rapidamente la situazione di emergenza ed effettuare la chiamata precoce al NUE 112. Anche nel caso dei traumi, molto probabilmente la prima mossa dovrai farla TU

Chiama tempestivamente i soccorsi e, se riesci – senza porti in una situazione di pericolo – cerca di ricostruire la dinamica dell’evento che ha portato al trauma (un pedone è stato investito, un motociclista è scivolato, una persona è caduta di schiena da una scala alta circa 3 metri, un automobilista ha tamponato battendo il torace contro il volante…), la gravità del trauma (ha ferite o fratture visibili, ha battuto forte la testa, è incosciente) e il numero di persone coinvolte, comunicandolo alla Centrale Operativa. 

Nel caso di trauma grave ricorda che la maggior parte delle procedure possono essere effettuate solo da personale adeguatamente addestrato e che bisogna sospettare una lesione spinale in tutti i pazienti traumatizzati. È fondamentale quindi NON SPOSTARE l’infortunato, non cercare di farlo alzare, sedere o di girarlo se è prono. Lascialo nella posizione in cui l’hai trovato e, in caso di ciclisti o motociclisti NON RIMUOVERE IL CASCO per evitare di far compiere al capo e al collo movimenti pericolosi per la stabilità della colonna cervicale. Se la situazione è sicura e ti permette di avvicinarti, puoi aprire la visiera, assicurandoti di non muovere assolutamente il casco e il capo del traumatizzato. In caso di fratture NON CERCARE di riallineare un arto che sembra in posizione innaturale. Se il traumatizzato è incosciente, NON SCUOTERLO: sistemati in un punto dal quale possa vederti senza muoversi e voltare il capo e prova a chiamarlo, invitandolo a rimanere fermo in attesa dei soccorsi.

Dopo tutte queste cose che non devi fare, cosa puoi fare invece?
Innanzitutto devi comunicare alla Centrale Operativa ogni variazione dello scenario e poi puoi fornire un soccorso necessario quanto quello medico: il soccorso psicologico. Stai vicino al traumatizzato, ascoltalo e rassicuralo

Ci sono poi tutta una serie di altri traumi, che spesso accadono a casa, a lavoro o durante una passeggiata – come contusioni, lesioni della cute, ustioni…- che, se di lieve entità, grazie al tuo intervento potrebbero risolversi senza dover chiamare i soccorsi…continua a seguirci e prossimamente daremo indicazioni e suggerimenti al riguardo.

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Incidente stradale
Le tre “S” del Primo Soccorso

Di fronte ad una persona in difficoltà – che sia colpita da un malore, vittima di un incidente o di una caduta – una delle prime reazioni di chi assiste alla scena potrebbe essere quella di avvicinarti il più in fretta possibile e prestare soccorso immediatamente.

Come Volontari del Soccorso, invece, sappiamo che prima di intervenire entrano in gioco le tre “S” del Primo Soccorso che ci aiutano a valutare la scena – ovvero ciò che abbiamo davanti – attraverso tre fattori: Sicurezza (valutazione dei rischi), Scenario (ciò che ci si presenta) e Situazione (Cos’è accaduto? Perché?).

Può capitare, infatti, che le condizioni ambientali in cui ti trovi possano essere rischiose sia per te, sia per la persona da soccorrere.


Per il personale sanitario e i Volontari del Soccorso sono previsti dispositivi di protezione individuale quali mascherine, guanti, scarpe antinfortunistiche e divise con bande catarifrangenti: se hai alcuni di questi presidi a disposizione, usali!

Le situazioni a rischio sono molteplici e pressoché infinite, ma alcune sono molto frequenti. Dopo aver composto il Numero Unico di Emergenza 112, che permetterà ai servizi di emergenza territoriale di intervenire il più velocemente possibile, ecco alcuni consigli su come comportarti nelle seguenti situazioni:

  • Incidente stradale

In caso di oscurità, nebbia o condizioni che limitino la visibilità, è di fondamentale importanza SEGNALARE la zona di pericolo posizionando il triangolo di emergenza ed indossare il giubbotto catarifrangente (dispositivi obbligatori per legge che devono essere presenti in ogni veicolo). Puoi anche utilizzare torce per deviare il traffico.

Se valuti che sia sicuro avvicinati al veicolo coinvolto, spegni il quadro elettrico per evitare incendi e aziona il freno a mano per stabilizzarlo. Attendi i Vigili del Fuoco, le Forze dell’Ordine o i mezzi di soccorso qualora lo scenario non sia sicuro (presenza di incendi, persone bloccate, accesso non agevole, terreno accidentato, ostacoli nel percorso fino alla persona da soccorrere…).

  • Incendio in abitazione

Attendi sempre l’arrivo dei soccorsi; se lo scenario lo permette, facilita l’uscita delle persone presenti nei locali invasi da fumo senza però entrarvi tu stesso; puoi intervenire con l’estintore dirigendo il getto verso la base del fuoco e posizionandoti con la schiena rivolta verso la via di fuga più vicina, nel caso tu debba metterti in salvo. Ricorda di non utilizzare mai l’estintore per soffocare le fiamme su una persona e l’acqua per spegnere parti elettriche in tensione.

  • Fuga di gas
    Si tratta di una situazione particolarmente rischiosa ma anche facilmente individuabile grazie al caratteristico odore del gas. Anche in questo caso, attendi sempre l’arrivo dei soccorsi e non entrare in stanze sature di gas. Per prevenire il rischio di esplosioni non suonare i campanelli, non attivare o disattivare contatti elettrici, non accendere fiamme libere (fiammiferi, candele, accendini, sigarette…).
  • Presenza di monossido di carbonio

A differenza del gas, il monossido di carbonio è inodore, quindi l’osservazione dello scenario è di fondamentale importanza. Se sospetti la presenza di monossido di carbonio, non indugiare e allontanati. Qualora non ti sia possibile abbandonare la stanza, apri le finestre, aera il locale, ricerca la presenza di una stufa o scaldabagno – le probabili cause dell’intossicazione – e spegnili qualora fossero accesi.

  • Presenza di cavi elettrici o di alta tensione

Attendi l’arrivo dei soccorsi, mantieniti ad una distanza di sicurezza e non cercare di spostare i cavi elettrici con pali, rami o strumenti di fortuna. Se i cavi elettrici sono immersi in acqua, evita di avvicinarti anche ad essa.

In tutti questi scenari, ed in generale quando rilevi la presenza di pericoli, è di fondamentale importanza informare la Centrale Operativa della situazione che, come abbiamo raccontato nel nostro ultimo articolo, oltre ad attivare il Soccorso Sanitario,  collabora con gli altri enti di emergenza (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia…).
L’infermiere della Centrale Operativa, inoltre, ti darà delle istruzioni pre-arrivo in attesa dei soccorsi: seguile e comunica qualsiasi variazione dello scenario (le fiamme si sono estese, il veicolo incidentato si sta spostando sul terreno scosceso, è scesa la nebbia…).

Anche i Volontari del Soccorso, su ogni intervento, valutano la scena attraverso le tre “S” del Primo Soccorso. La prevenzione ed il buon senso in questi casi sono fondamentali: compiendo azioni pericolose, rischi tu stesso di diventare un’ulteriore persona da soccorrere!

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Catena Sopravvivenza
La sopravvivenza è una catena:

è forte quanto è forte ogni suo anello

La “catena del soccorso” o “catena della sopravvivenza” è una metafora con la quale si indica l’insieme delle procedure consecutive che vanno messe in atto per fronteggiare un’emergenza sanitaria. Come tutte le catene, essa è forte quanto è forte ogni suo “anello”: se anche solo una fase del soccorso è mancante o inefficace, le possibilità di sopravvivenza sono ridottissime.

Il primo anello potresti essere tu. E proprio tu potresti giocare un ruolo fondamentale nel determinare le possibilità di sopravvivenza di una persona colta da un malore improvviso – come un arresto cardiaco o un’ostruzione delle vie aeree – o un incidente.

In tutte queste situazioni è fondamentale saper riconoscere che si tratta di un’emergenza sanitaria ed allertare immediatamente i soccorsi.

La prima fase della catena, infatti, consta nel riconoscimento dell’emergenza e nell’allarme precoce, chiamando il Numero Unico di Emergenza 112, che permetterà ai servizi di emergenza territoriale di intervenire il più velocemente possibile.

Il NUE 112 può essere chiamato gratuitamente da tutti i paesi dell’Unione Europea, da telefono fisso e mobile, anche quando il telefono non ha SIM, è bloccato o non si ha credito telefonico.

A rispondere sarà un operatore della Centrale Operativa – attiva 24 ore su 24 – formato per gestire la prima risposta alla chiamata. Attraverso alcune semplici domande capirà la natura dell’emergenza per attivare uno o più degli Enti responsabili della gestione delle emergenze (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Soccorso sanitario).

Dopo aver composto il 112, mantieni la calma e rispondi nel modo più preciso possibile alle domande dell’operatore:
Chi sei e da dove chiami

Dove si è verificata l’emergenza (se sei in casa: comune, via, numero civico, piano scala, nome sul campanello. Se sei in strada, oltre alla via, può rivelarsi molto utile individuare dei punti di riferimento: insegne dei negozi, un ponte, un cartello stradale; in autostrada: la direzione nord-sud, un riferimento chilometrico o un casello autostradale)

  • Quale tipo di emergenza è in atto (malore, incidente stradale…)
  • Eventuali situazioni di pericolo (fughe di gas in corso, rischio di incendio, presenza di sostanze tossiche…)

    Se si tratta di un’emergenza sanitaria, verrai reindirizzato alla Centrale Operativa 118, dove il nucleo di valutazione, composto da infermieri, ti chiederà:
  • Cosa è successo?
  • Sei vicino alla persona coinvolta?
  • La persona è cosciente? Risponde? Respira? Si muove? È incastrata o bloccata?
  • La persona ha subito un trauma (incidente, caduta…)?
  • Quante persone sono coinvolte e da soccorrere?


Possono sembrare molte domande, ma i pochi secondi impegnati per fornire informazioni precise serviranno a prestare un SOCCORSO MIGLIORE. Infatti, nel corso della telefonata, gli operatori comunicano in tempo reale con i mezzi di soccorso più idonei e vicini, informandoli sull’urgenza e la criticità dell’emergenza.

Generalmente, in attesa dei mezzi di soccorso, l’infermiere ti fornirà indicazioni su come comportarti, ti dirà cosa fare e cosa non fare o ti chiederà di attuare manovre. Quando la telefonata si conclude, lascia il telefono libero in caso sia necessario ricontattarti.

I Volontari del Soccorso di Dogliani portano avanti attività di sensibilizzazione sul primo soccorso anche nelle scuole: ti consigliamo di insegnare ai tuoi bambini come effettuare una chiamata di emergenza al 112, fornendo loro indicazioni su come rispondere alle domande fondamentali: Chi sei? Dove ti trovi? Cosa è successo?

I nostri contatti

Fondazione Volontari Soccorso Dogliani
Presentazione Volontari Soccorso Dogliani

Probabilmente molti di voi ci conosceranno già, ma ci teniamo a presentarci.
Siamo l’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani e in questo appuntamento mensile che l’Unione Monregalese mette a nostra disposizione, proveremo a raccontarvi l’esperienza di volontariato – umana e professionale – che abbiamo vissuto in questi anni, e a portarvi informazioni, consigli e risposte pratiche alle emergenze della vita quotidiana.

La nostra storia ha inizio alla fine degli anni settanta, quando i Vigili del Fuoco di Dogliani, per fare fronte alla necessità di accompagnare i concittadini negli ospedali del circondario, fanno allestire ad uso ambulanza un FIAT 238 che era stato loro donato.

Nel 1980 grazie ai Vigili del Fuoco promotori, insieme ad un gruppo di donatori AVIS, agli amministratori dell’Ospedale Civico e a persone disponibili a dedicare tempo ed impegno a questa causa, nasce l’Associazione Volontari del Soccorso di Dogliani, sotto l’egida dell’ANPAS, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze.
Si organizzano le prime lezioni di formazione con corsi serali intensivi, perché è urgente partire, ma è necessario conoscere i concetti fondamentali del primo soccorso.
Si inizia a parlare di funzioni vitali, di approccio al paziente, di traumi…

Da allora l’Associazione si è sviluppata ed arricchita di mezzi e volontari formati sul primo soccorso ed abilitati anche all’utilizzo del DAE (defibrillatore semi automatico), si è data una struttura ufficialmente riconosciuta con regolare statuto e, nel 1996, grazie all’Amministrazione Comunale di allora, ha stipulato la prima convenzione con il servizio regionale 118. All’equipaggio di volontari vengono così affiancati medici ed infermieri.

Attualmente l’Associazione conta oltre 200 Volontari, che ruotano su tre turni per fornire assistenza medica in emergenza 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.
Gli equipaggi sono sempre formati da due Volontari abilitati e, nel caso dei mezzi di soccorso avanzati, da un medico e/o da un infermiere. Altri mezzi sono invece dedicati al trasporto di degenti verso gli ospedali per visite o terapie.  L’Associazione possiede quattro ambulanze, di cui una nuova di zecca, due mezzi di trasporto per persone con disabilità, due automobili di cui una predisposta per essere utilizzata come automedica, per garantire sempre la disponibilità e l’efficienza del parco mezzi. Grazie ad essi e agli equipaggi, nel 2023 abbiamo svolto 2.900 servizi, percorrendo circa 171.000 km, pari a più di quattro volte della circonferenza terrestre!

Anche in ambiti diversi da quelli delle emergenze, avrete tutti visto i Volontari del Soccorso di Dogliani in azione. Le nostre divise rosse spiccano nel contesto cittadino. Ci avete incontrati durante le manifestazioni sportive, gli eventi, le fiere, pronti a fornire assistenza e supporto. I più piccoli hanno svolto attività con noi in occasione di progetti specifici per sensibilizzare la popolazione, a partire dai giovanissimi. Ci auguriamo che questa nostra “rubrica” sulle colonne dell’Unione Monregalese vi spinga a volerci conoscere ancora più da vicino e, chissà, magari ad unirvi a noi!

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